In Sicilia chi rompe non paga e lascia a noi i cocci

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natoDi Guido Di Stefano

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   Succede in Sicilia, Italia, UE, Mediterraneo, vicino Oriente: ormai da anni. Per le bramosie di pochi  si sfascia tutto e ai popoli restano conti da pagare, morti da contare,  macerie accumulate, vite errabonde, terrore dilagante, le tenebre della disperazione e non la luce della speranza.

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    Alcuni popoli pagano senza colpe specifiche se non quelle di trovarsi lì dove sono; altri pagano, quanto meno, per  pesante miopia  e/o per sfrenato tornacontismo: questi siamo noi.

   Parleremo congiuntamente del nostro microcosmo regionale, del medio cosmo italico, del macrocosmo internazionale (UE, NATO, Russia, mondo).

   Noi Siciliani, Italiani, Europei (e se vogliamo Americani) abbiamo una grande colpa: ci siamo lasciati abbindolare e abbiamo delegato (direttamente e/o indirettamente) i poteri a troppi corvi che si “piccano” di indossare le penne del pavone. Sono “corvacci” e i più miopi e/o tornacontisti di noi li vedono pavoni.

   Certo sempre di pennuti si tratta, ma “umanamente” agli antipodi: il pavone si bea degli habitat ricchi di prodotti vegetali (granaglie, verdure e piccole prede come insetti ed altre); il corvo ama tanto gli habitat ricchi di “carogne” dove può degnamente espletare la sua funzione naturale.

    I nostri che pavoni non sono non si  sentono certo realizzati con la produzione di  granaglie; ma essendo dei “corvacci” impazienti e mai soddisfatti vogliono essere certi che i morti si accatastano a marcire sempre più numerosi, perché i popoli restino paralizzati  dal fetore e dal terrore.

    Noi Siciliani, certamente miopi ma più pigri che tornacontisti, rischiamo di pagare troppo: sull’orlo del fallimento, ad un passo da tutti i teatri di guerra scatenati dagli amici, quotidianamente assediati da profughi veri e finti, sistematicamente spogliati da Roma, per nulla tutelati da Bruxelles. Non è poi tanto roseo l’orizzonte per tutto il popolo italiano, dal quale nostro malgrado siamo stati fagocitati: il carico fiscale raggiungerà la galassia Vortice prime che l’uomo poggi il piede su Marte.

   Begli amici abbiamo: attaccano chi dissente, hanno chiesto pubblicamente l’esecuzione sommaria del colonnello Gheddafi: non era un santo ma non risulta che abbia fatto ardere vivi in albergo i dissenzienti come hanno fatto certi loro “nuovi amici” quasi orientali, incoraggiati e lodati nel loro comportamento.

   E ci è andata ancora bene: un giudice penale internazionale, che poteva con l’approvazione universale di corvi ed affini disinteressarsi, ha efficacemente contribuito ad impedire che l’oriente ed il Mediterraneo esplodessero con l’invasione immotivata della Siria: una donna, vera campionessa e rappresentante della migliore umanità.

    A volte ci chiediamo con quale faccia tosta certi personaggi si sono presentati per celebrare i 25 anni della caduta del muro di Berlino. La loro presenza suonava come un “de profundis” per lo storico avvenimento: come dire siamo presenti perché fu e non sarà più che crolleranno i muri, perché noi in ogni caso li ricostruiremo sempre più spaventosi. Magari fra di loro c’erano personaggi che all’epoca difendevano il muro oppure che, ignari di tutto e infanti/adolescenti, giocavano ancora con i trenini e le bambole.

   Erano lì tutti a celebrare un passato che loro stavano e stanno annichilendo con la costruzione della grande muraglia della NATO,  non pensando (ora come allora) che i muri funzionano in entrambe le direzioni: non si entra e non si esce.

  E l’Europa, pur continentale, diventerà un’isola chiusa tra i mari e la nascente grande muraglia, con attorno grandi popoli dichiarati e trattati da nemici o da schiavi a favore dei grandi manovratori di oltre atlantico: questo essi vogliono e cioè frammentare il mondo in tante realtà isolate, più facili da sottomettere e depredare. Già gli amici ed alleati al di là dell’oceano, ormai adusi a combattere l’alleato di ieri facendosi aiutare dal nemico di domani: Nord-Africa ed Oriente “docent” (insegnano).

    Chiudiamo con una considerazione ed una domanda: “Sembra proprio che l’Occidente si ostini a diffondere il male dell’umanità! Dobbiamo invocare ad Oriente il bene dell’umanità?”

    Chi lo sa!

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